Pareva fosse una serata diversa

Oh si, ieri sera finalmente mi invitano ad una serata che non comprende il solito percorso vita dei 3 locali che puzzano di abitudine. Con atteggiamento propositivo mi lancio in questo invito. Ora, posto che non sono una ossessionata dal look, mi ritrovo a valutare una serie di abbinamenti vista la curiosa e fumosa serata che mi attende: molte aspettative, forse ci sarà il tizio che da 3 settimane ti dovrebbe aver dato un appuntamento. Bene. Si parte con un vestito nero e stivale, gamba nuda, vado fuori il culo gela e torno dentro, cambio. Pantalone nero che fa sempre la sua figura e qualcosa di casual ma non troppo sopra, maglione compreso. L’idea che starò tutta la serata alla portata della guazza mi si fa chiara davanti. E i capelli? li lascio sciolti e melliflui o raccolti ma casuali? vada per lo sciolto. Mi passano a prendere e in macchina trovo un amico di amici, un caso umano e disperato come me che questa coppia gentile e frustrata da una convivenza precoce si porta a presso per potersi dire che non hanno passato l’ennesima serata da soli. Si, questa è acidità. Saliamo verso la grande grigliata che comprende 8 persone di cui 7 amici di mio fratello. E ancora una volta non sei tu ma la sorella di tuo fratello. Che disgrazia!!

Mi guardo intorno, pullula di coppie felici (?).Quelle coppie dove le donna ha abbandonato il trucco perchè lui un giorno preso dall’enfasi di un post- orgasmo le ha detto “sei così bella acqua e sapone” e lei ingenuamente le ha creduto e adesso non si accorge che ha delle occhiaie da divorziata e che presto si troverà cornificata con una che oltre al trucco ha pure le fette rifatte. E l’uomo ha smesso di trattenere il fiato per nascondere la pancetta e ha iniziato ad esprimere la sua aerofagia senza chiedersi assolutamente se questo porterà la libido della sua donna acqua e sapone allo stato primordiale.

Ovviamente tu sei quella che ha preso troppo sul serio questa serata, siamo fra amici. E ovviamente tu sei quella che è rimasta palesemente fregata perché il QUEL tizio, quell’unica persona che davvero speravi di trovare a petto nudo, sudato e velatamente arrossato dalla vicinanza del fuoco a cuocere etti di ciccia (del genere uomo della coca cola che trasporta una cassa da 100 chili senza alcuno sforzo se non quello di sembrare sexy e andare a tempo con la musica in sottofondo…!)  non c’è. Qua qua quaaaaaa. Ma va bene, va bene, mi dedicherò alla conversazione. Una conversazione che viene monopolizzata dalla persona che gentilmente ti ha invitato alla serata. Qualche bicchiere di vino, qualche sigaretta, una sberla di freddo che ti rende assolutamente non desiderabile e i capelli che a suon di umidità crescono, smostrano e manifestano quella nebbiolina da bambina in fase ormonale.

All’ultimo, quando già da una mezz’ora abbondante ti stai chiedendo perché tu non sia andata con la tua macchina (potendo sperare in una fuga all’inglese!) si avvicina un bruttino ma dall’aria pacifica. Si siede, si scalda con qualche domanda, qualche accenno al suo lavoro e alla sua grande passione della vita (che tralascio per gentilezza) e parte la monologoconversazione. Io a tratti mi lancio per inserirmi in questo racconto egoriferito ed egoferito, visto che a momenti alterni accenna ad una storia finita male che a quanto pare ancora condiziona la sua esistenza da quarantenne, ma non si sa come lui riesca con una classe da manuale a non farmi parlare: un po’ come quando stai parlando e una briciola di pane di si piazza tra il respiro e il tuo flirt.

È stata una buona serata che mi ha insegnato tre cose importanti: 1- il tizio X pare che soffra di dipendenza da sesso e faccia un uso smodato di droghe sintetiche, scartato 2- gli uomini sono noiosamente egoriferiti (a meno che non vogliano sedurti e abbandonarti) e le amiche sono la cosa migliore di sempre  e 3 – meno male ho un cane.